Dalla Banda della Magliana alla seduta spiritica: tutto quello che non torna nella detenzione di Aldo Moro di Luca Longo

Via Montalcini, 8.

Appartamento al piano terra, interno 1, 100 mq completo di giardino, garage e cantina di proprietà dei coniugi Altobelli: in realtà Anna Laura Braghetti (che lo acquista l’anno precedente con 50 milioni in contanti consegnati da Moretti) e Germano Maccari. Secondo tutti i brigatisti, Aldo Moro viene rinchiuso ininterrottamente dal 16 marzo al 9 maggio 1978 in un cubicolo 2,80 m per 1 m separato dallo studio con una parete insonorizzata e accessibile da una libreria che ruota su un cardine. Alla fine del sequestro le BR smantelleranno la parete ma Braghetti continuerà a vivere lì per ancora un anno, quando – convinta di essere seguita dalla Polizia – scapperà lasciando alla zia l’incarico di vendere “ma senza fare sconti”. La zia riesce a rivendere l’appartamento ancora per 50 milioni. Unico caso noto di un covo terrorista che non viene abbandonato ma rimane in uso per un altro anno e poi rivenduto per rientrare nelle spese.